Storia


L’alluvione del 1966

               Una testimonianza del Gen. Giorgio Cantini, che dimostra,ancora una volta, lo spirito di abnegazione dei fanti del 78°Rgt.”Lupi di Toscana”, impegnati in una difficile operazione di soccorso alla popolazione civile e alle città toscane, colpite dal disastroso evento.

 

    UN  RICORDO DELL’ALLUVIONE DEL 1966

 

              Sollecitato da alcuni Soci ricorderò le vicende dell’alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 che investì anche tutto l’interland della Città e che vide il 78° Reggimento “Lupi di Toscana” protagonista, con altri Reggimenti dell’Esercito e di aver scritto un’altra pagine importante della sua storia.

              Quella mattina, partito di buon’ora per recarmi in caserma per l’annuale ricorrenza della Festa delle FF. AA., all’altezza del ponte alla Vittoria sono stato fermato, ad un posto di blocco, da un Mar. Magg. dei CC il quale, dopo mie insistenze, mi ha autorizzato a superare il ponte a mio rischio e pericolo. Giunto in caserma ho visto uscire una compagnia al comando del Cap. Alfredo FABRIZIO impegnata nella cerimonia in piazza S. Croce. Il Comandante del Reggimento era assente perché impegnato, con l’A.M. in 1^ e la Bandiera di Guerra, nella zona di GORIZIA per la cerimonia del Sacrario di REDIPUGLIA. Il Comando del Reggimento era affidato al Vice Comandante – Ten. Col. Adolfo VECCHIONE, presente in caserma unitamente ad altri Ufficiali e Sottufficiali. Verso le ore 10,00 si è presentato un Assessore del Comune di SCANDICCI per chiedere 30 brande militari complete di tutti i corredi da destinare ad alcuni abitanti della frazione di San Colombano.

             La portata di questo evento così grave non fu recepita anche perché l’onda di piena arrivò nel pomeriggio del 4. In caserma tutti i militari furono allertati per essere pronti ad ogni chiamata per i soccorsi. Il Comandante del VII° Comiliter – Gen. C.A. Ugo CENTOFANTI a bordo di un mezzo cingolato M113 fatto affluire dal XIX°  Btg. Cor. della caserma Predieri di Rovezzano, dopo un giro di ricognizione intorno alla zona di Piazza San Marco, si rese conto della gravità della situazione e diede l’ordine di allertare il 78° “Lupi di Toscana”, unico reparto rimasto indenne dall’alluvione. Nel colloquio con lo Stato Maggiore il “soldato” CENTOFANTI sollecitò l’invio di altri reparti dell’Esercito. Nei contatti presi, tramite ponte radio, con lo Stato Maggiore, il generale avanzò l’idea che le operazioni di soccorso avrebbero dovuto essere dirette da un unico Ente.                     

             L’Amministrazione Comunale, che era dimissionaria (Sindaco il Prof. Piero BARGELLINI), rientrò in Palazzo Vecchio per riassumere i pieni poteri. Alla fine prevalse giustamente la soluzione per una stretta collaborazione tra l’Amministrazione Comunale e le FF.AA. che furono determinanti. Ciò fu possibile per l’alta professionalità e dedizione del Gen. CENTOFANTI, per il suo senso della realtà e che costituirono un invidiabile titolo di merito e di nobiltà.

 

               Il pomeriggio del 4 nov., dopo aver visto dal piazzale Michelangelo la situazione drammatica con la piena impressionante, sono rientrato in caserma e a bordo di un ACL con sopra una tanica d’acqua di 1.250 lt. sono partito ed ho raggiunto lo stesso Piazzale Michelangelo e dopo essere sceso verso ponte S. Niccolò sono giunto in piazza Santa Croce ed ho cominciato a distribuire acqua ai fiorentini residenti ai piani alti delle abitazioni. La statua di DANTE, al centro della piazza, era circondata da oltre 1 metro di melma intrisa di gasolio ed enormi tronchi d’albero posti in ogni verso. Ho proseguito per via Verdi recuperando alcuni cittadini presi dallo sconforto per trasferirli successivamente ad un centro raccolta presso la Questura. Mi sono fermato in piazza Santa Maria Nuova presso lo stesso Arcispedale ed al Sig. Lucio MANCINI, segretario del Presidente Dr. Enzo PEZZATI, ho vuotato la cisterna riempiendo  di acqua oltre 80 damigiane in vetro; ciò si è rivelato utilissimo per le tante necessità dei malati. La reazione pronta dei militari, in primis quelli del 78° “Lupi” è testimoniata dai tanti riconoscimenti postumi espressi da tantissimi fiorentini. Il pomeriggio del 5 nov. giunsero alla caserma Gonzaga 10.000 badili, provenienti con autocolonna militare da PESCHIERA del GARDA. Lo stesso giorno affluirono il 5° Reggimento Bersaglieri da MILANO ed il 67° Rgt. “Legnano” da MONTORIO VERONESE; Reparti del Genio con macchine speciali (pale meccaniche, apripista, ruspe etc…).

 

             Dal 6 nov. fu costituita presso il 78° una “Sala Operativa” con lo scopo di coordinare al meglio l’impiego di uomini e mezzi. Ciò in perfetta sintonia con l’Amministrazione Comunale. La Sala composta da un certo numero di Uff. e di Sott. venne articolata in più sezioni per rispondere alle varie richieste di intervento. Dato il numero elevato di soccorritori giunti da ogni parte d’Italia ed oltre, l’azione di coordinamento era assolutamente necessaria e tale si rivelò. Voglio citare alcuni interventi rivelatisi fondamentali, quali il recupero di migliaia di volumi dalla Biblioteca Nazionale Centrale per il loro trasferimento, con autocolonne militari, negli essiccatoi di tabacco a San Sepolcro (AR), questa operazione venne fatta in concorso con tanti giovani (chiamati poi “Angeli del fango”) arrivati a FIRENZE da tutto il mondo che dimostrarono concretamente di amare FIRENZE con i suoi “tesori” e di voler aiutare i Fiorentini. Lo stesso 6 nov., per evitare ingressi alla Città di persone non interessate ai soccorsi, il Prefetto ordinò che si costituissero “posti di blocco” a tutti gli ingressi della Città; di questo fui incaricato e con una compagnia di 200 uomini realizzai il tutto bloccando di fatto ogni ingresso. La cosa si rivelò molto utile e consentì di procedere alle operazioni di soccorso in modo ordinato e molto più redditizio. Questa situazione durò oltre 20 giorni ed evitò anche azioni di sciacallaggio; tutti colore che potevano transitare erano muniti di un apposito “PASS”. Dal 7 nov. anche il campo di calcio dello stadio comunale si dimostrò molto utile divenendo un “grande magazzino” dove tutti i fiorentini poterono prelevare derrate alimentari ed altre cose necessarie. Per l’emergenza alluvione “l’Istituto Mobiliare Italiano” organizzò un proprio ufficio bancario per la concessione di prestiti agevolati a tutti i danneggiati dell’evento. Il 7 nov. lasciai l’incarico di comandante dei posti di blocco perché chiamato presso la Sala Operativa. Devo dire che, anche i fiorentini, dopo un comprensibile, iniziale smarrimento presero coraggio dando una grande prova di orgoglio e dignità dimostrando, ancora una volta che, quando gli Italiani vogliono, sanno farsi valere sempre.

            Mi permetto ricordare ancora che ogni situazione era diversa dall’altra con impegni operativi mirati, come la liberazione del Mercato Centrale da tonnellate di carne e pesce imputriditi, ripulito da tutti i “Lupi” del III° Battaglione Reclute. Queste, con le maschere antigas indossate entravano ad ondate di 100 per volta, nei locali e per 10 minuti potevano resistere all’odore nauseabondo e irrespirabile. I Fanti del 78° con i badili spalarono la melma dalla Basilica di Santa Croce e da altre chiese (vedi foto); lavoro che durò molti giorni data l’ampiezza delle chiese stesse; così come nelle vie anguste (via del Corno, via della Spada e tante altre), i “Lupi”, i Bersaglieri, i Fanti del 67° si dimostrarono degni del proprio orgoglio e della propria dignità; ancora: ripulire i negozi posti al piano terra (Branzino di P.za S. Giovanni e tantissimi altri), la spalatura di piazza Tornabuoni, con al centro l’obelisco molto delicato, fu liberata dal fango. Sempre i militari, disciplinati ed umili, si compenetrarono in questa triste vicenda. Debbo ricordare, con tanta simpatia la presenza del Gen. di Div. Oreste VILIGIARDI, da Montevarchi, che collaborò con il Gen. CENTOFANTI con funzione di Vice Comandante. La sua presenza giornaliera alla Sala Operativa ed in tutti il luoghi d’impiego dei soldati, si rivelò preziosa, stante le capacità professionali ed umane di questo Ufficiale dai modi bruschi ma dalla grande personalità. Nell’interland si presentò il problema delle decine di bovini ed ovini morti; per cui ad una iniziale idea di eliminarli con i lanciafiamme, il “gruppo dei veterinari” decise di procedere giustamente al loro interramento in buche profonde alcuni metri e, dopo lo spargimento di quintali di calce viva interrarli. Le ruspe e le pale meccaniche furono utilissime per togliere la melma dalle strade più larghe, mentre nelle vie strette, specie nel centro città, i militari con i badili lavorarono per giorni e giorni.

               A corredo del presente diario è allegata una fotografia dei “Lupi” che spalano la mota all’interno della Basilica di Santa Croce. Annesso un articolo (ULTIM’ORA) riportato sul giornale “La Nazione”.

              L’emergenza “alluvione” andò avanti per alcuni mesi e terminò il 31 Marzo 1967 con la Città che aveva ripreso una parvenza di regolarità.

Queste, in forma molto sintetica, sono le mie considerazioni; spero che costituiscano un motivo di serena riflessione per tutti coloro che erano presenti in quelle tristi giornate

 

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(ci scusiamo per la qualità delle immagini,ma sono tratte da un giornale di 42 anni fa!!)


8 commenti so far
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Ringraziamo il Gen. Cantini per la bella e completa testimonianza sulla tragica alluvione del ’66 e sul contributo dato dal nostro Reggimento nell’affrontare l’emergenza.
Come spesso accade chi si è dato da fare in silenzio è stato dimenticato a scapito di altri personaggi piu’ o meno disinteressati e angelici !!
Un saluto a tutti.
Luca
8° 90
CCS

Commento di Luca

Ringrazio anch’io il Gen. Cantini, perchè leggendo il Suo ricordo l’ho rivissuto in tutti gli eventi a cui ho partecipato col moio reparto dal primo giorno all’ultimo, un evento che mi ha segnato nel mio carattere di giovane Lupo del 1°/66.
Chissà se un giorno riusciro a scrivere la mio contibuto dato alla città di Firenze e, quello che i fiorentini hanno dato a mè.
Un saluto a tutti
Emilio
1°/66
ccr

Commento di EmilioCozzi

Buongiorno…..volevo sapere se qualcuno di voi ha memoria di un ufficiale(mio nonno) che all’epoca dell’alluvione era in servizio presso il 78°Lupi di Toscana,se non sbaglio allora Capitano; Vittorio Marrocco.

GRAZIE a tutta la vostra gloriosa Associazione.

Cordiali Saluti
Marco Marrocco

Commento di Marco Marrocco

A novembre 66 il col.Marocco era il comandante del 78°Lupi di Toscana

Commento di Chinzer girolamo

sono un Lupo del terzo contingente 66 arrivato a Scandicci un mese prima dell’alluvione.

Commento di Noè ferruccio

Questi sono gli ufficiali dei Lupi di Toscana e di tutto l’E.I.

Commento di LupoToni

Mi rivolgo al nipote Marco Marrocco che all’epoca della alluvione Vittorio Marrocco era tenente colonnello alla caserma di Livorno e io a quel tempo ero il suo autista .

Commento di enzo

Mi padre era armiere nei “Lupi di Toscana”, iniziò il servizio militare (se ben ricordo) nel 1967 con la caserma occupata dai civili sfollati per l’alluvione

Commento di Marco Bernardi




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