Storia


Architetture monumentali per i caduti nel conflitto Greco-Albanese: 1941-1943

Le ricerche condotte dall’architetto Alessandro Morgera stanno portando alla luce alcune importanti testimonianze della guerra italo-greca. L’interesse è rivolto all’architettura dei sacrari. In particolare un ossario che avrebbe dovuto sorgere a Tirana e che avrebbe dovuto accogliere le spoglie dei caduti in Albania tra il 1940 e il 1942.

Per Mussolini, i caduti della seconda guerra mondiale devono essere monumentalizzati, così come attuato con i morti del primo conflitto. E’ intuitivo dunque paragonare ed equiparare questi progetti monumentali con i sacrari costruiti nei teatri bellici della prima guerra mondiale e ultimati da appena qualche anno. I riferimenti più significativi sono Redipuglia, Oslavia, Monte Grappa, Caporetto. Grandi ossari in cui vengono concentrati i morti di una guerra combattuta prima dell’avvento del fascismo. Con una evidente distorsione storiografica il regime mussoliniano si appropria della memoria bellica di quei caduti. L’architettura diviene uno strumento formidabile per la ricerca del consenso. La manipolazione della memoria porta sullo stesso piano la Grande Guerra e la Rivoluzione fascista. Il fante caduto sul Carso diventa dunque un caduto fascista.

I soldati della seconda guerra mondiale raccolgono l’eredità spirituale di quei guerrieri morti vent’anni prima. Questa volta però la guerra è una “guerra fascista”, espressamente voluta e inneggiata da Mussolini. I morti di Grecia e di Albania – e prima ancora di Etiopia e di Spagna – secondo il regime, sono ritenuti eroi fascisti, consapevoli di morire per la causa fascista.

Ancora una volta l’architettura può essere un ottimo strumento pedagogico a servizio della politica. In questo caso gli scenari sono completamente mutati. Gli antichi nemici sono ora alleati. Non è più possibile prescindere dal patto di alleanza stretto tra l’Italia fascista e la Germania nazista.

Cio’ premesso, il 28 ottobre 1940 l’Italia attacca la Grecia, tentando di respingere le forze elleniche oltre il confine albanese. L’offensiva italiana è prevista per i primi giorni di marzo 1941, ma il 7, un violento e improvviso attacco greco la trasforma in una controffensiva. Uno dei più sanguinosi sacrifici dell’esercito italiano nel corso della seconda guerra mondiale si compie proprio in Albania, sulla quota 731 di Monastero, nei pressi di Bubesi. Persino Mussolini è presente al fronte. In quei giorni, il duce segue da vicino le operazioni guidate dal generale Ugo Cavallero. In Albania Mussolini ha modo di passare in rassegna le truppe, visitare ospedali, seguire da vicino i movimenti delle fanterie.

Sul campo di battaglia, tra il 9 e il 14 marzo 1941, si contano ben 12.000 italiani tra morti e feriti. Una cifra imponente. Basti pensare che durante i sei mesi della campagna greco-albanese si registrano 38.000 morti e 63.000 feriti e congelati.

L’immane strage assume le sembianze e le caratteristiche della guerra combattuta sul Carso vent’anni prima. E’ proprio Cavallero che annota questo impressionante paragone con la prima guerra mondiale.

Terminate le operazioni belliche, a metà maggio 1941, Cavallero propone a Mussolini di dichiarare sacra l’area di quota 731, l’altura sulla quale le due fazioni si affrontano con maggior durezza e violenza. Il duce acconsente e accoglie la proposta di erigere il sacrario per i caduti italiani nella guerra contro la Grecia.

Pochi mesi dopo, ad agosto, viene decretata la costituzione del “Commissariato campi di battaglia e zone sacre d’Albania”, ente preposto alla monumentalizzazione e cura dei teatri bellici in Albania. Il piano appositamente predisposto prevede un finanziamento decennale ed una serie di interventi architettonici, gestionali, turistici e divulgativi. Si pensa infatti di costruire un museo storico, un tempio votivo, la sede del commissariato, una foresteria per i visitatori, oltre a dei sacrari-ossari per i resti dei caduti italiani. Una spesa considerevole è destinata all’esumazione dei resti dai moltissimi cimiteri provvisori e alla loro concentrazione in grandi ossari da realizzare appositamente. Nel 1942 viene bandito un concorso architettonico per la progettazione di un sacrario a Tirana. La competizione viene vinta ex equo dall’architetto Antonio Cassi Ramelli e dai fratelli Livio e Pier Giacomo Castiglioni. L’andamento disastroso della guerra e la caduta del fascismo, nel 1943, determina però la sospensione della procedura concorsuale e l’interruzione di tutti i progetti. Solo dopo alcuni decenni i resti dei caduti italiani potranno rientrare in patria. Oggi riposano nel Sacrario dei Caduti d’Oltremare di Bari.

E’ importante ricordare, inoltre, che tra il 1941 e il 1943 vengono eretti alcuni monumenti dedicati ai caduti delle divisioni o Corpi d’Armata operanti in Albania. Si tratta di opere innalzate durante il conflitto e andate purtroppo distrutte al termine della guerra. Fino ad ora si sono rintracciati i monumenti ai caduti delle Divisioni Ferrara, Modena, Firenze, Lupi di Toscana e al XXV Corpo d’Armata, il sacrario dell’VIII Corpo d’Armata e il cimitero monumentale di Berat. Dalle rare immagini è possibile constatarne la dignità artistica, oltre ad una certa rilevanza storica.

Arch. Alessandro Morgera

Quota 731

Quota 731

 


11 commenti so far
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Il fascismo non si è appropriato di nessuna memoria bellica dei caduti della Grande Guerra; ha semplicemente restituito dignità e giusto valore a tutte quelle vittime che i riflessi italiani degli eventi bolscevichi avevano semplicemente ignorato quando non vilipeso.

Commento di Giovanni Reali

Mio nonno era Ten Colonnello nel 140 reggimento Fanteria Divisione Bari. Morto il 13 Marzo 1941 a Quota Monastir 717.
Medaglia d’Argento
Non era fascista, era un Ufficiale che si é battuto valorosamente insieme ai propri uomini, seguendo gli ordini.
Mi é stato detto che egli fosse ben consapevole dei possibili tragici risvolti della campagna di Grecia, ma a parte fare il partigiano o il disertore, cose che egli non avrebbe MAI fatto, non rimaneva che seguire la propria naturale propensione all’onore, fino all’ultimo sacrificio.
La storia ha confermato la totale incompetenza e spregiudicatezza di Benito Mussolini, ma la guerra combattuta da molti valorosi Italiani non deve essere confusa con l’ideologia fascista.

Commento di celeste rossi

Sig. Rossi, prima di tutto grazie per l’intervento e per la sua precisazione. L’articolo dell’Arch.Morgera, è il risultato di una sua ricerca effettuata sull’argomento, e francamente non ci sembra che voglia attribuire cio’ che era l’intenzione dell’ideologia del periodo ai tanti militari che hanno combattuto con onore e spirito di sacrificio sul fronte greco albanese. Comunque, per noi dell’Associazione Lupi di Toscana, era importante avere un contributo riguardante il conflitto greco albanese, visto che l’argomento ha suscitato tanti ricordi da parte dei familiari che hanno avuto parenti coinvolti in quegli eventi. Familiari che, come vedrà sul sito, si sono recati personalmente in terra albanese, per ritrovare i luoghi in cui i loro nonni, hanno combattuto con onore, malgrado l’impreparazione e la approssimazione con cui il regime intraprese quella tragica guerra. Nel porgerle i nostri piu’ cordiali saluti, le confermiamo che il nostro sito è a disposizione per qualsiasi contributo sull’argomento. Il web master L.P.

Commento di 78lupiditoscana

Ringrazio per la gentile risposta. La mia era semplicemente una precisazione senza alcuna vena polemica nei vostri confronti.
Anche io sono intenzionata ad andare a portare un fiore nel luogo dove tanti valorosi soldati sono caduti come mio nonno, per questo ritengo ogni dettaglio riguardante quota Monastir estremamente prezioso.
Leggero’ con grande attenzione le indicazioni delle persone che si sono giá recate in quei luoghi ed apprezzo moltissimo il vostro impegno a non far spegnere la fiamma della memoria.

Commento di celeste rossi

Sono alla ricerca di un caduto nella seconda guerra mondiale e precisamente nel conflitto greco albanese. conosco poche notizie del caduto comunque sono a conoscenza di questi dati: Tomassini Enzo figlio di Tomassini Augusto e Gentili Giulia,Enzo é nato a Fossombrone nel 1917 ed é deceduto durante la seconda guerra mondiale sul fronte greco albanese con qualifica di sottotenente.Allora comunicarono alla famiglia che i resti mortali furono sepolti in una fossa comune e poi piu nulla.Se qualcuno puo’ aiutarmi a sapere aualche cosa in piu’, ne sarei felice.

Commento di paola badei

Salve Paola, sono Angelo, cittadino albanese, laureato in storia. So per certo che nelle campagne di Dragoti cera piu di un cimiterio dei soldati italiani. Li si e construito anche il monumento sopra il quale regnava un lupo, simbolo dei “Lupi di Toscana”. In effeti, i combatimenti succedevano dall’ altra parte della catena di montagne (golik e solo una cima di queste montagne) e si pensava che il nemico non sarrebbe mai in grado di conquistare queste catene. Percio, questo posto dove portavano i morti, si considerava un posto fuori dal campo di battaglia. In quell campo puo essere anche il suo nonno. Ma bisgna dire che tanti non gli hanno potuti portare neanche qua! Una volta, vicino a questo campo, poco distante dai cimiteri era anche il monumento che si e’ distrutto dai communisti nei anni ’46-47.

Commento di ENGJELL GISHTI

Carissimo sig. Celeste Rossi, anche mio nonno era lì in quei giorni di atrocità a quota 717 (nella 47^ compagnia mista genio marconisti – Divisione Bari), Croce a Valore Militare 13-14 Marzo. Posso contattarla in privato?

Grazie

Commento di admin

Complimenti autentici per l’iniziativa, unica in uno scenario generale ormai senza Memoria.
Grazie all’Associazione Lupi di Toscana, per l’importante contributo riguardante il conflitto greco albanese. Vorrei anch’io, umile appassionato di storia miltare, recarmi in terra albanese, per ritrovare i luoghi in cui gli italiani han combattuto con onore e sacrifici inenarrabili. I piu’ cordiali saluti Giovanni Pinna.

Commento di Giovanni Pinna

Buongiorno, forse può essere utile a chi cerca notizie dei propri cari morti in guerra. Potete chiedere info alla mail onorcaduti@onorcaduti.difesa.it Vi invieranno un format da compilare e a cui allegare vostro documento di identità.

Commento di Daniela

Hi from Greece, do you know the location of the Greece Monument to the XXV Army Corps?? I think it is located near Delvinaki in Greece. I will visit the place this summer and I would like to try and find the remains of the monument.

Commento di vossinakis

We are sorry, but we don’t know the location of the monument to the XXV Army Corps.

Commento di 78lupiditoscana




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